Forti emozioni, tra l’ancestrale e il contemporaneo, tra arte e partecipazione. Dopo tanta attesa, si è messo in cammino, dal castello cinquecentesco e lungo il centro storico dell’Aquila, tra ali di folla entusiaste e lo sguardo ammaliato di adulti e bambini, il Mammut a grandezza naturale, gemello di cartapesta, legno e ferro, del celebre fossile custodito nel Museo nazionale d’Abruzzo.
Accompagnato e affiancato, lungo via Castello, la fontana Luminosa, il corso e infine a piazza Duomo, in primis dalle persone, oltre un centinaio, che in questi mesi lo hanno sognato immaginato, e costruito, in un lavoro corale, provando a ridargli vita artisticamente, e che hanno partecipato, in parte, anche alla suggestiva coreografia fatta di musica, danza e teatro, che ha arricchito ulteriormente l’evento.
Tutto ciò è stato reso possibile dal progetto “Terre sonanti – il Mammut”, di cui è coordinatrice Silvia Di Gregorio, e protagonista, nella sua prima uscita, di una delle performance del ricco programma del Festival Performative04 del MAXXI L’Aquila, realizzato in collaborazione con l’Accademia di Belle Arti dell’Aquila. Seguiranno poi le “passeggiate” del Mammut in 13 comuni dell’Aquilano, da sabato 28 settembre a Scoppito, dove il mammut, quello originale, è tornato alla luce 70 anni fa, al 10 novembre, ad Acciano.
Il progetto è finanziato dai fondi Restart, e capofila è il Comune di Scoppito, e vede la collaborazione dell’Università dell’Aquila, del MAXXI L’Aquila, del Teatro stabile d’Abruzzo (Tsa), del Museo nazionale d’Abruzzo (Munda), dell’Accademia di belle arti dell’Aquila (Abaq), con il patrocinio dell’Ufficio speciale della ricostruzione dei comuni del cratere sismico 2009 (Usrc), nonchè con l’adesione di molte altre associazioni e altri 12 comuni dell’Aquilano. L’iniziativa è inserita anche nel cartellone delle attività culturali dell’Università dell’Aquila, e nello specifico del Festival di teatro “Aria”, supportata e sostenuta dall’Incubatore di creatività dell’Ateneo.
Commenta la direttrice del Munda, Federica Zalabra: “Abbiamo partecipato con entusiasmo a questa iniziativa, non solo perché il Mammut, attorno a cui gira tutto il progetto, è l’opera più conosciuta delle sue collezioni, ma perché crediamo nel museo come leva culturale della comunità territoriale e quest’ultima come ‘comunità di eredità’, costituita non solo da persone, ma dalle relazioni che esse sanno costruire con l’obiettivo di prendersi cura del patrimonio materiale e immateriale che appartiene a tutti noi”.
Il progetto del resto non si è consumato e non si consumerà solo nella semplice messa in scena, ma è l’esito di un lungo percorso di partecipazione, durato tre mesi, che ha coinvolto oltre 70 persone nella realizzazione del mammut, coordinate dall’artista
Massimo Piunti, affiancato dall’artista
Marco Rodomonti, nella fase finale di decorazione. Gigante sagomato con il riciclo di un’enorme quantità di carta di giornale, intorno alla struttura portante progettata e montata dallo scenotecnico ed ex capo macchinista del Teatro stabile d’Abruzzo,
Ferdinando Tacconi, coadiuvato da
Fausto Antonetti. E poi ancora, nella parte dedicata alla coreografia che ha accompagnato questa e le future performance, con 80 partecipanti, che si sono preparati in laboratori di musica e canto, a cura della musicista italo argentina
Enza Alejandra Prestia, e poi dei musicisti aquilani
Elena D’Ascenzo e
Davide Zanini, in laboratorio di teatro, a cura dell’attore Alberto Santucci. A partecipare alla coreografia anche i musicisti salentini
Enza Pagliara e
Dario Muci. Il trasporto del Mammut è stato affidato agli atleti della squadra di calcio United L’Aquila.
La realizzazione dei vari materiali necessari alla performance, oggetti, gadget e costumi, ha coinvolto gli alunni dell’Accademia delle Belle Arti dell’Aquila, coordinati dalla docente Chiara Duronio e Patrizia Urbani. e in altrettanti laboratori nella casa famiglia Punto Luce e nella Comunità 24 luglio.
“Il mammut è stato un antico abitante del nostro territorio – commenta Silvia Di Gregorio -. Una delle creature aurorali, e poi estinte, con cui i nostri antenati si relazionavano per definirsi in quanto esseri umani, si pensi ai dipinti rupestri. Il fossile del Mammut custodito dal Munda è un simbolo identitario molto forte. L’ abbiamo rimesso in movimento per dire che non c’è identità senza relazione e che la relazione tra noi che abitiamo questi luoghi, con la natura che ci circonda, con il nostro patrimonio culturale artistico storico riportato a lustro dalla ricostruzione post sisma, non può essere statica, rigida e immobile. Riteniamo che la partecipazione e l’essere solidali siano indispensabili per essere una comunità autentica che non teme il mettersi in cammino”.
Prossimo appuntamento sabato 28 settembre Scoppito e domenica 29 settembre Campotosto. Le tappe successive tappe: sabato 5 ottobre Barisciano e domenica 6 ottobre Poggio Picenze, sabato 12 ottobre Ocre e domenica 13 ottobre Fossa, Sabato 19 ottobre Villa Sant’Angelo e domenica 20 ottobre Sant’Eusanio, sabato 26 ottobre San Demetrio ne’ Vestini e domenica 27 ottobre Fagnano. Infine domenica 3 novembre Fontecchio, sabato 9 novembre Tione degli Abruzzi e domenica 10 novembre Acciano.
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